venerdì, 22 marzo, 2024, 07:54
Il torto subito è sempre a nostro carico e l'inestinguibile debito ha il volto del nemico del giorno. L'amministratore di condominio che riteniamo corrotto o un vicino di casa troppo rumoroso, un insegnante che ha preso di mira nostro figlio o un datore di lavoro che non riconosce i nostri meriti, un politico prepotente o un immigrato invadente... c'è sempre l'incarnazione di un desiderio di rivalsa che si agita nella mente.
Si augurano malattie senza misura, si esulta per la morte di qualcuno o ci si accontenta di un tracollo finanziario o almeno della distruzione dell'immagine pubblica di chi riteniamo particolarmente ostile.
La vendetta non è mai sufficiente, alza la posta inesorabilmente e la chimera della personale soddisfazione, dura il tempo di un gelato divorato voracemente e subito dopo, c'è un nuovo bersaglio che appare all'orizzonte.
La moderazione dei canali d'informazione, della rappresentanza politica e degli stessi capi di stato, spesso, sembra quella di chi conduce il tifo nella curva di uno stadio.
L'insulto non ha più alcuna regola e il desiderio di provare a guarire è nettamente inferiore rispetto al bisogno di procurare nuove ferite.
La vendetta che talvolta i profeti attribuiscono anche a Dio è il semplice restauro di un ordine, è il ritorno a compiere opere nel segno della giustizia e non esclude la variabile del perdono.
Tempi duri per chi desidera una V che sappia di vittoria e non di vendetta.
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giovedì, 21 marzo, 2024, 07:25
Siamo troppi e il pianeta è progettato per meno della metà delle persone presenti in questo momento...
Chi lo afferma quotidianamente sta pensando che siano gli altri quelli che si ostinano a respirare inutilmente e più che a ridurre i propri consumi si applica nell'intento di dimezzare i consumatori.
C'è sempre un motivo nobile e giusto per mandare al fronte i figli degli altri e una medaglia da restituire ai loro genitori.
C'è sempre una bandierina che rappresenta i buoni che combattono contro il cattivo di turno e non importa se quelli che restano sul campo sono esseri umani che perdono il dono del respiro, almeno sino a quando non sono tuoi familiari e amici.
Sembra che l'industria delle armi non inquini in alcun modo e sia a servizio di una terra più limpida e vivibile.
Come suonano lontane le parole di Dio ad Abramo e quella promessa di fecondità e fraternità, oggi appare più come una minaccia che come una prospettiva di abbondanza e di gioia.
Del resto, abbiamo fede nel superuomo e nella sua volontà di potenza che a giorni dovrebbe sostituire Dio e prendersi cura delle miserie umane.
Resto connesso a questa terra e al limite del mio essere semplicemente umano: contemplo l'abbondanza che viene da Dio e provo a giocare la carta della condivisione e della solidarietà delle risorse di cui dispongo. Non mi è chiesto di più, non mi è chiesto di meno.
mercoledì, 20 marzo, 2024, 07:27
Se riavvolgo il nastro della memoria e osservo le tante immagini che un tempo hanno avuto un particolare significato e oggi risultano prive di qualsiasi interesse, non posso che riconoscere i limiti del mio sguardo.
Non erano vitelli e non erano d'oro, ma quante volte ho assolutizzato qualcosa o qualcuno che non era poi così importante.
Il bisogno di collocare i frammenti del quotidiano in una cornice che riesca a riassumere il senso di una vita è una domanda legittima, le risposte che troviamo strada facendo vorrebbero stabilizzarsi e dare un volto definito a qualcosa che ripetutamente sfugge. Vorremmo vedere, toccare, possedere e controllare una realtà che offre alcuni segni e ci ritroviamo con un pugno di mosche in mano.
Il desiderio di contenere e raffigurare l'infinito in una o più immagini è dimenticare il continuo movimento di una fede che ha necessità di andare oltre.
martedì, 19 marzo, 2024, 07:50
Nel silenzio una parola e non appartiene alla categoria di quelle di puro intrattenimento e quanto è difficile distinguerla tra le voci della ragione, del buonsenso e della prudenza.
Una parola e tu sembri essere di troppo: non è così semplice comprendere un progetto così alto quando ti accontenteresti di una realtà più simile a quella di tutti gli altri, di una famiglia tra le tante, di una storia più comune.
Una parola e avrai bisogno di una manciata di sogni per iniziare a viverla e di chissà quanto tempo per iniziare a comprenderla.
Una parola e ti ritrovi padre di un discorso che non sai bene dove ti potrà condurre, ma decidi comunque di sostenerla, di accompagnarla e di difenderla.
Una parola e la osservi nella fedeltà alla legge e nell'apertura a quella novità che presto illuminerà il mondo.
Una parola ed è già difficile reggere il peso di un libro; figuriamoci quello di un bambino con tutti gli interrogativi che sanno sconvolgere la realtà di un adulto.
Entri ed esci dalla storia della salvezza regalando atteggiamenti e gesti che hanno il compito di affermare le parole che non hai detto. Senza averne il minimo intento diventi un'icona di una paternità in cui il dato biologico passa in seconda fila rispetto al dato spirituale e psicologico. In un mondo di genitori anonimi che si lasciano confinare nello spazio di un numero continui a essere un riferimento per chiunque voglia abbracciare il futuro di una benedizione.
Nel silenzio una Parola e una risposta che sa dirsi padre.
lunedì, 18 marzo, 2024, 07:58
L'innocenza di una bugia che ci coglie con le mani ancora sporche di marmellata si risolve con un sorriso e la promessa di non farlo più. A qualche anno di distanza, quel mal di stomaco che permette di evitare un'interrogazione è un po' meno candido, ma siamo ancora lontani dall'idea di ferire qualcuno per giustificare noi stessi.
L'idea di scaricare la propria colpa su qualcuno del tutto estraneo a una nostra cattiva azione può fare la sua comparsa quando perdiamo il controllo degli eventi e la via d'uscita più semplice è far scivolare una macchia sul vestito che abbiamo accanto.
C'è un crescendo che rafforza sé stesso quando l'innocua bugia diventa menzogna e talvolta si configura come una scelta di vita.
A un certo punto, l'innocente diventa un bersaglio appetibile, perché risulta alquanto fastidioso avere a che fare con la trasparenza quando si sceglie l'ombra.
Trovare qualcuno che ti respinge e raccontare l'inesistenza di provocazioni mai ricevute.
Negare il proprio coinvolgimento e costruire ad arte uno scenario per indirizzare altrove la propria colpa.
Rileggere la fine di un rapporto umano tacendo le proprie responsabilità ed enfatizzando i limiti dell'altra parte.
Diventa sempre più difficile riavvicinarsi alla verità quando l'abitudine a pescare nel torbido prende il sopravvento e un'innocente bugia è cresciuta dove alberga la peggiore ipocrisia.
Si può tentare di mentire anche con Dio o partire dal presupposto che lui sappia benissimo con chi ha a che fare.
In quest'ultimo caso, affiora l'opportunità di venirne fuori e di trovare la misericordia che può restituirci l'innocenza perduta.
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