martedì, 26 marzo, 2024, 07:49
Nel racconto che metti in scena è l'altro il colpevole. È lui che ha tradito e ha disatteso quelle che erano le tue aspettative.
È lui il traditore! L'uomo che ti ha illuso e si è dimostrato debole e in balia degli eventi. Se davvero fosse stato chi diceva di essere non avrebbe potuto fare quella fine e si sarebbe difeso con le unghie e con i denti.
Nel racconto che continui a portare avanti con la logica del potere e del soldo, il Cristo non si sarebbe arreso e gli angeli del cielo lo avrebbero sottratto alla morte dell'infame.
Pensi sia stato giusto capitalizzare a dovere chi ti ha ingannato promettendoti una libertà che adesso appare prigioniera di una croce.
Ti sei liberato di lui, lo hai consegnato al nemico e cerchi una giustificazione che renda tollerabile il tuo gesto.
La realtà è ben più pesante: nel momento in cui tradisci, sei tu quello che si consegna al nemico.
Quella fredda moneta in cambio dei sogni a cui non hai creduto sino in fondo è un bagaglio pesante, faticoso e insopportabile.
Ritornare sui tuoi passi e chiedere umilmente perdono; alzare il capo e cogliere l'amicizia che non viene meno in quell'uomo appeso a quel segno di salvezza e di riconciliazione.
Non è tutto perduto: ti sei dato al nemico, ma Lui ha dato la vita per riscattarti e riconsegnarti a te stesso e a una speranza che non viene meno.
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lunedì, 25 marzo, 2024, 07:44
Il tasto del volume è sempre oltre la soglia di una qualsiasi ragione, le voci si mescolano e si confondono, risultano distorte fastidose e snervanti. Le prime ore del mattino sono ancora silenziose, ma tra non molto il mondo tornerà a urlare sino a tarda sera e talvolta, anche di notte, il regno degli uomini continua la liturgia degli schiamazzi e delle grida che mettono a tacere il silenzio.
Vogliamo comunicare sempre anche quando non abbiamo nulla da dire. Il messaggio che abita le parole degli altri ha sempre il sentore di qualcosa di ostile e va coperto e superato a ogni costo. L'insulto e l'offesa non risultano mai sufficienti. Se c'è la possibilità di usare le parole come arma da taglio, le affiliamo per incidere meglio e di più con una certa soddisfazione nell'aprire e nell'allargare la trama di una ferita.
Diventa improbabile riuscire ad ascoltare chi non alza la voce, chi è più interessato al contenuto che desidera esprimere e non entra in conflitto con la nostra guerra dei volumi in distorsione.
Il diritto e la giustizia non prevalgono in forza del wattaggio dei nostri amplificatori, ma alzando la soglia della nostra attenzione in quel luogo silenzioso che chiamiamo coscienza.
sabato, 23 marzo, 2024, 07:46
La profezia a volte non è sufficiente. Quando il sogno insegue un domani che tarda ad arrivare devi conservare una speranza che vada oltre la barriera dei giorni che si consumano sulla terra.
Pensare che, comunque vada, le nostre sorti sono nelle mani di Dio e il punto finale della storia non sia distruzione e morte, ma vita che va oltre ogni nostra capacità di immaginare un lieto epilogo.
L'attesa di quel giorno non deve nutrirsi di fatalismo e indifferenza di fronte agli eventi che dobbiamo comunque affrontare, ma del coraggio e della generosità di chi non rinuncia a operare anche quando tutto sembra essere perduto.
I popoli diventeranno un solo popolo e non sarà una scelta politica a realizzare quell'unità profonda che può trasformare ogni straniero in fratello, ma il dono di un Dio che raduna i propri figli e la comprensione piena di un sacrificio che rende possibile quel mistero che chiamiamo comunione.
Contemplare già oggi l'Eucaristia è apprendere l'arte di essere realmente insieme e superare quel male che divide ogni cosa e persona in realtà contrapposte e inconciliabili.
venerdì, 22 marzo, 2024, 07:54
Il torto subito è sempre a nostro carico e l'inestinguibile debito ha il volto del nemico del giorno. L'amministratore di condominio che riteniamo corrotto o un vicino di casa troppo rumoroso, un insegnante che ha preso di mira nostro figlio o un datore di lavoro che non riconosce i nostri meriti, un politico prepotente o un immigrato invadente... c'è sempre l'incarnazione di un desiderio di rivalsa che si agita nella mente.
Si augurano malattie senza misura, si esulta per la morte di qualcuno o ci si accontenta di un tracollo finanziario o almeno della distruzione dell'immagine pubblica di chi riteniamo particolarmente ostile.
La vendetta non è mai sufficiente, alza la posta inesorabilmente e la chimera della personale soddisfazione, dura il tempo di un gelato divorato voracemente e subito dopo, c'è un nuovo bersaglio che appare all'orizzonte.
La moderazione dei canali d'informazione, della rappresentanza politica e degli stessi capi di stato, spesso, sembra quella di chi conduce il tifo nella curva di uno stadio.
L'insulto non ha più alcuna regola e il desiderio di provare a guarire è nettamente inferiore rispetto al bisogno di procurare nuove ferite.
La vendetta che talvolta i profeti attribuiscono anche a Dio è il semplice restauro di un ordine, è il ritorno a compiere opere nel segno della giustizia e non esclude la variabile del perdono.
Tempi duri per chi desidera una V che sappia di vittoria e non di vendetta.
giovedì, 21 marzo, 2024, 07:25
Siamo troppi e il pianeta è progettato per meno della metà delle persone presenti in questo momento...
Chi lo afferma quotidianamente sta pensando che siano gli altri quelli che si ostinano a respirare inutilmente e più che a ridurre i propri consumi si applica nell'intento di dimezzare i consumatori.
C'è sempre un motivo nobile e giusto per mandare al fronte i figli degli altri e una medaglia da restituire ai loro genitori.
C'è sempre una bandierina che rappresenta i buoni che combattono contro il cattivo di turno e non importa se quelli che restano sul campo sono esseri umani che perdono il dono del respiro, almeno sino a quando non sono tuoi familiari e amici.
Sembra che l'industria delle armi non inquini in alcun modo e sia a servizio di una terra più limpida e vivibile.
Come suonano lontane le parole di Dio ad Abramo e quella promessa di fecondità e fraternità, oggi appare più come una minaccia che come una prospettiva di abbondanza e di gioia.
Del resto, abbiamo fede nel superuomo e nella sua volontà di potenza che a giorni dovrebbe sostituire Dio e prendersi cura delle miserie umane.
Resto connesso a questa terra e al limite del mio essere semplicemente umano: contemplo l'abbondanza che viene da Dio e provo a giocare la carta della condivisione e della solidarietà delle risorse di cui dispongo. Non mi è chiesto di più, non mi è chiesto di meno.
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