lunedì, 27 maggio, 2013, 10:43
Puoi prendere in mano la corona del rosario quando sei arrabbiato con qualcuno?
Certo che puoi farlo! Se sceglierai di portare quella persona nella tua preghiera con il desiderio di perdonare e con la volontà di ritrovare la disponibilità per andarle incontro.
Puoi meditare i misteri dolorosi quando hai evitato accuratamente il cuore appesantito di chi avrebbe avuto bisogno della tua capacità di ascoltare?
Certo che puoi farlo! Se la passione e la morte di Gesù non resteranno solo nei tuoi pensieri e nelle tue parole, ma ti aiuteranno ad avvicinarti con più coraggio a chi soffre e porta nel suo corpo o nel suo spirito l'umana sofferenza in cui Dio è sempre presente.
Puoi camminare sulle strade dei misteri gaudiosi quando hai rifiutato la gioia di chi ti era accanto e hai rattristato il suo cuore con le parole che l'invidia sa scegliere accuratamente?
Certo che puoi farlo! Se lascerai che l'Ave Maria possa risuonare in te come una voce che ti riconduce al servizio e all'accoglienza di un sorriso pronto a donarsi in tutta la sua generosità.
Puoi viaggiare in compagnia del Risorto quando la morte, almeno apparentemente, sembra avere ancora l'ultima parola?
Certo che puoi farlo! Se dopo aver riconosciuto il tuo Signore, come i discepoli di Emmaus, ritornerai sui tuoi passi e sarai proprio tu a riaffermare con i tuoi gesti semplici e riconoscenti che l'ultima parola di Dio è ancora una volta la vita.
Puoi attraversare i misteri della luce quando il tuo sguardo è spento e si perde nell'ombra?
Certo che puoi farlo. Se imparerai a respirare quel Padre nostro che suggerisce ancora la presenza di uno Spirito che, passo dopo passo, può condurti alla verità tutta intera.
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domenica, 26 maggio, 2013, 16:43
Non è mai cattiva la strada e alcuni uomini lo sanno bene.
E' vero; se rinunci a barricarti in casa e se non chiudi con mille lucchetti la porta della tua canonica, puoi incontrare briganti, prostitute, transessuali, zingari e tutte le altre categorie di persone che ai più incutono paura e terrore.
Se scendi in strada senza scorta e accetti la vita con tutte le sue variazioni sul tema, capita che la strada s'innamori di te e di quella piccola verità che ti porti dentro.
Ho un piccolo ricordo: un bicchiere di barbera condiviso in una serata astigiana in cui don Andrea cercava un salone per poter parlare e oggi, sono contento di averlo accolto nel nostro oratorio.
C'è più verità in due bicchieri di barbera che in tutte le parole che potrei continuare a scrivere...
Buon viaggio dove il Vangelo non ha vergogna di sé stesso e un abbraccio stretto come un caruggio.
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giovedì, 23 maggio, 2013, 09:30
Io sono il fiume
memoria d'acqua dolce
io sono il vento
la foglia che scivola
io sono una nuvola
l'aereo che plana
io sono la nebbia
la terra che emerge
io sono l'albero
il pettirosso sul ramo
io sono il prato
l'azzurro della veronica
io sono una formica
il giallo della farfalla
io sono il cielo
e tutto il resto.
Quando sono felice
io sono in Dio
e tutto il resto.
venerdì, 17 maggio, 2013, 17:34
Se decido di essere felice, se la felicità diventa un obbligo e si perde in un'estenauante ricerca, la tristezza è dietro l'angolo.
Quando sei felice non stai neanche pensando o immaginando la felicità, non consideri un diritto o un dovere il tuo sorriso, ma fai esperienza di una condizione in cui il tempo e lo spazio sono sospesi e quel che rimane è un presente appagante.
Se la trappola del tempo ti ha catturato continuerai a scivolare in un ricordo o a temere che la libertà di cui godi stia già finendo.
Se l'illusione dello spazio troverà una breccia inizierà a sussurrarti che devi muoverti perché la tua felicità si trova altrove; ti muoverai e si muoverà anche lei e non potrai trovarla se non resti seduto ad aspettarla.
E' già dentro di te, è la sintesi perfetta di un istante libero dai suoi fratelli e di un solo punto che puoi dire partenza, arrivo e viaggio.
La felicità è terra, cielo e l'adesso che Dio continua a rinnovare in qualunque luogo ti trovi: smetti di agitarti e ritorna padrone del tuo sguardo.
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mercoledì, 15 maggio, 2013, 08:28
Ma cosa sono di preciso i buu a Balotelli?
Sono davvero cori con contenuti razzisti o devo pensare che ci sia differenza tra un buu fatto a un Italiano e un buu spernacchiato a un calciatore straniero?
Ho cercato informazioni in rete per riuscire a capire di cosa si tratta, ma non c'è un mezzo giornalista che spieghi nel dettaglio il problema.
L'impressione è che i buu a Balotelli siano rivolti a un giocatore maleducato che litiga in continuazione con arbitri, avversari e anche con i propri compagni.
Puoi pretendere rispetto quando abitualmente non rispetti nessuno?
Se un ragazzino venisse trattato da ragazzino, se le società calcistiche facessero rispettare un po' di più le regole e non avessero pesi e misure differenti nei confronti di presunti fenomeni, forse, penseremmo un po' di più a quanto accade in campo e meno agli spalti dove certamente, la buona educazione è un optional quasi mai richiesto.
L'ipocrisia Italiana versa ettolitri d'inchiostro per personaggi discutibili, ma accetta tranquillamente che il razzismo sia presente nella vita quotidiana: se ti chiami Balotelli esiste il razzismo, se qualcuno dice handicappato, frocio, negro o ebreo a una persona qualunque, un Italiano su due si mette ancora a ridere.
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