mercoledì, 31 agosto, 2011, 10:28
Le parole scritte ieri si sono volatilizzate e non sono sopravvissute al copia-incolla: anche i programmi del pc talvolta fanno quello che vogliono e ti lasciano con un pugno di mosche in mano.
Lascio alle mosche il compito di volare via e di portarsi lontani i pensieri del giorno prima, anche perché, la pagina del Vangelo di oggi è proprio quella della pesca miracolosa.
Un caso? Probabile! Però, c'è sempre un però che non si accontenta del caso e si ostina a ricercare un significato in ogni evento e, continua a pensare che sotto questo cielo c'è un motivo dietro ogni cosa che accade.
Pietro getta nuovamente le reti e lo fa perché va oltre quello che il buon senso suggerirebbe a chiunque, dopo una notte del tutto infruttuosa.
Pietro getta le reti e lascia andare le proprie parole e i propri sentimenti, per fare spazio a quel tentativo in più che Dio suggerisce, quando l'uomo decide di rinunciare e di abbandonare.
Non so se questa situazione evochi qualcosa anche in voi: per me, questa mattina, le parole del Vangelo appena commentato a messa, sono un chiaro invito a riprovare e a tentare di credere, là dove le mie parole non bastano più.
Buona giornata a tutti.
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martedì, 30 agosto, 2011, 11:21
Un'immagine di ieri
un riflesso di domani
una fotografia sbiadita
un disegno accartocciato
un pensiero ritoccato
un ricordo alterato
un'ombra nella memoria
un deserto di pixel...
la molteplice vanità
mai sazia del proprio ego.
Ci vorrebbe un altro io
che parta dalla terra del sé
e giunga infine dove siamo noi.
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sabato, 27 agosto, 2011, 11:45
I bamboccioni del pallone sono abituati a guadagnare cifre che definire inique è ancora poco, ma non sono contenti e vivono nella convinzione che tutto gli sia dovuto.
Fanno i capricci e decidono di non scendere in campo facendo leva sulla sete di calcio del popolo Italiano: sarà interessante vedere se, per una volta, i tifosi metteranno da parte ogni divisione calcistica per fondersi in un coro e mandarli cordialmente a quel paese.
Il tifoso non lo sa, ma ha il telecomando dalla parte del manico e il tasto di spegnimento del televisore è lo stesso di quello dell'accensione.
Il tifoso può disertare lo stadio, disdire l'abbonamento a Sky o a Premium e scegliere di andare a vedere le gesta della squadra locale di pallavolo o tamburello.
Il tifoso può bucare quel pallone gonfio di troppi denari e decidere che la casta dei pedatori professionisti non merita poi tutta quella attenzione.
Rinunciare a questo e quello per acquistare un preziosissimo biglietto in curva è davvero essenziale?
Se i soldatini incasaccati del subbuteo di carne, avessero una mezza idea di quanto è difficile portare a casa una pagnotta per un operaio, per un precario, per un insegnante, forse, riuscirebbero a provare un minimo di vergogna.
Quando stiamo male andiamo dal medico, non dal calciatore; basterebbe pensarci un attimo e non sarebbe così difficile ridimensionare il ruolo di questi uomini sempre più piccoli e mediocri.
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venerdì, 26 agosto, 2011, 09:53
C'è chi il bello non riesce proprio a vederlo e continua a ripetere a se stesso e agli altri ogni orrore della vita:
-una telefonata fiume per riprodurre un lamento che non lascia nessuna possibilità di replica
-un incontro casuale per raccontare tutti gli acciacchi del mondo
-una visita di una persona cara si perde in un mare di parole che non godono minimamente della compagnia e continuano a ribadire la propria solitudine.
E' più semplice spiegare un colore a un cieco che riuscire a infondere un po' di buonumore a chi ignora del tutto l'ipotesi del bello e del buono.
Alzo lo sguardo e vedo una mongolfiera e, come fai a raccontarlo, a chi in una giornata di pieno sole sta già pensando a quanto sarà freddo l'inverno.
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mercoledì, 24 agosto, 2011, 09:51
La pietra parla quando la mano ascolta
taglia la linea dei secoli che restano
Il corpo accoglie la memoria del sasso
e si prepara al mattutino viaggio...
Monviso dei ghiacciai e delle sorgenti
delle acque raccolte a valle nel fiume
del silenzio di un lago ad altre quote
oltre la stupidità di ogni divisione.
Scorre quel Po che nulla sa dei padani
popolo e terra di cui non c'è ricordo
basta leggere un qualunque sentiero
e attendere che alla fine sia risveglio.
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