lunedì, 31 dicembre, 2012, 09:08
Qualche anno fa non ci avrei creduto più di tanto e avrei considerato i buoni propositi d'inizio anno come un pio esercizio velleitario o come un genere letterario...
Gli ultimi anni però, almeno per quanto mi riguarda, ho sorpreso in più di una circostanza me stesso e sono passato dalle dichiarazioni d'intento di fronte a uno specchio testimone, alla realtà dei fatti.
Oggi sono più che convinto della necessità di formulare i miei buoni propositi per l'anno a venire, perché le parole pronunciate con fermezza e convinzione, possono cambiare più di quanto noi stessi siamo disposti a credere.
Ho detto che sarei diventato vegetariano e l'ho fatto.
Ho affermato che avrei chiuso con le sigarette e sto realizzando quello che lo scorso anno sembrava solo un sogno.
Quest'anno vorrei scrivere un libro e se lo dico pubblicamente è perché conosco bene il potere delle parole e delle affermazioni che precedono la realizzazione di un desiderio.
E voi? Ci siete ancora? farete qualche proposito buono? Pensate che siano solo sciocchezze di fine anno?
In ogni caso, un abbraccio a tutti e l'augurio di poter realizzare almeno un desiderio nell'anno che bussa alla nostra porta.
Tornerò a scrivere anche da queste parti e, chi lo sa, magari anche a leggervi.
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lunedì, 19 novembre, 2012, 08:25
Sopravviveremo anche alla prossima fine del mondo e inseriremo una nuova data sul calendario delle catastrofi annunciate.
Forse non ci riusciremo come singole persone: chi può mai sapere qual è l'ultimo granello di sabbia della nostra clessidra?
L'umanità approderà comunque al ventidue dicembre del 2012 anche se qualcuno si ritroverà amareggiato o deluso.
Sopravviveremo al governo Monti: siamo sopravvissuti anche a quelli di Andreotti, di Craxi e di Berlusconi e, prima o poi faremo il funerale anhe alle banche, alle borse e a tutte le altre idiozie economiche inventate per creare un mondo di poveri che siano sempre più poveri e di ricchi che non lo sono mai abbastanza.
Sopravviveremo all'influenza, anche senza arricchire l'industria farmaceutica che sforna vaccini come se fossero borse di Gucci o scarpe di Prada.
Sopravviveremo a Facebook e alle facili amicizie che nascono e muoiono con un semplice click, alle stronzate pubblicate su twitter come se fossero aforismi memorabili e scopriremo di esistere anche senza l'aiuto di un tablet.
Sopravviveremo alla musica campionata, ai format televisivi e alle puntate senza fine dell'ultimo reality.
Sopravviveremo a Bruno Vespa e alla soluzione del delitto di Cogne, alle domande di Marzullo e ai deliri di Sgarbi.
Sopravviveremo a cinquanta sfumature di grigio e rivaluteremo l'erotismo dei vestiti.
Sopravviveremo ai quattro salti in padella, alla cucina molecolare e al microonde.
Sopravviveremo alle barzellette di Totti, alle Cassanate e alle follie dell'imperatore Balotelli.
Sopravviveremo, ancora una volta sopravviveremo e avremo parecchio tempo di cui disporre; qualcuno continuerà a buttarlo via senza scoprirne il senso, altri, proveranno a cambiare le regole di un mondo compatibile con il proprio futuro.
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mercoledì, 14 novembre, 2012, 09:52
Sarebbe tempo di alzare le vele e di provare ad attraversare l'oceano del silenzio o il mare della tranquillità, ma questo mondo resta immobile e si ritorce su sé stesso continuando a pronunciare materia e, ancora, materia.
Lo Spirito è altrove e non viaggia troppo volentieri in compagnia di menti commercianti e cuori commercialisti che rallentano qualunque tentativo di mettere in ordine e di fare pulizia nei meandri di una qualunque coscienza.
Non si possono raccontare storie di angeli a chi attende l'ultima apparizione dei titoli di borsa sul proprio telefonino.
Non puoi descrivere la connessione profonda che ti lega a un albero a chi sta votando via sms, per salvare un concorrente dal rischio eliminazione che incombe sulla casa del grande fratello e dei suoi derivati.
Puoi forse parlare di Dio con chi moltiplica il numero di preghiere senza aver mai creato quel vuoto interiore che è la premessa per fare spazio all'assoluto?
Sarebbe tempo di rimettere in discussione un certo numero di verità che frequentano il mattone e ignorano del tutto la persona e, non riuscendo a fare questo sforzo in compagnia di una comunità, penso sia comunque giusto provare a farlo anche da soli. Tutti hanno il diritto di crescere e di non accontentarsi di questa fede che fa saltare in padella quattro preghiere ormai svuotate da qualsiasi incontro con Dio.
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giovedì, 8 novembre, 2012, 08:14
Ti dico grazie, quel grazie che non è bene trattenere e non è cosa buona dare per scontato.
Ti dico grazie, quel grazie che è una fatica pronunciare e per un certo numero di esseri umani è più segno di cortesia che di gratitudine.
Ti dico grazie, quel grazie che non conoscono quelli che raccontano di essersi fatti da soli e dicono di non avere debiti con nessuno.
Ti dico grazie, quel grazie che gli alberi esprimono con la forza delle loro radici e gli uccelli tracciano con le traiettorie del loro volo.
Ti dico grazie, quel grazie a cui rinunci per dare voce al lamento o per urlare la tua dose quotidiana di rabbia e delusione.
Ti dico grazie, quel grazie che spero sappia stupirti e ti aiuti a considerare la miseria di una giornata trascorsa senza saper riconoscere un motivo qualunque per provare a dire il tuo grazie.
mercoledì, 7 novembre, 2012, 16:43
E mentre stai pronunciando un grazie qualunque, il mondo sta gia cambiando e tu non sei più quello di pochi secondi fa.
L'orizzonte depone il velo e mostra al tuo sguardo quello che credevi irrangiungibile e fuori dalla portata dell'occhio umano, perché la gratitudine è potente e creativa e rivela la presenza dell'immagine che hai dimenticato.
Ogni singolo grazie arricchisce il mondo di colori inaspettati e non è solo un modo di dire: prova a lasciar scorrere nelle tue vene la gioia di quello che hai provato e sei stato e, potrai accorgerti delle meraviglie e dei miracoli a cui sei passato accanto un milione di volte in modo del tutto inconsapevole.
Il potere di ogni grazie è una preghiera che smette di essere domanda perché tutto è già tuo e di ogni uomo capace di far risuonare il mistero della presenza e dell'affetto di chi illumina, sostiene e dà origine a ogni cosa.
Puoi farne esperienza di primo mattino, nel pomeriggio della tua esistenza o a tarda sera; non ha importanza quando e come raggiungerai quell'attimo di quiete pura e consapevole, quello che davvero conta è sapere che dove la pretesa fallisce miseramente, la gratitudine è la scuola, il maestro e l'allievo che vibrano di un accordo vincente.
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