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Una Parola per gli sfiduciati 
mercoledì, 27 marzo, 2024, 07:49


Ci sono stati d'animo che possono migliorare con l'aiuto degli altri: un abbraccio materno, il sostegno di un padre, la presenza di un amico, a volte sono più che sufficienti.
Quando la solitudine è però troppo profonda e risulta insopportabile, quando non esistono parole umane che possano realmente consolare, quando la sofferenza ha superato una certa soglia, quel dolore non si risolve in compagnia e chiede una Parola in più.
I giorni che precedono la Pasqua mostrano il volto di un uomo che viene tradito dagli amici più cari, oppresso dal potere religioso e da quello politico, un uomo che diventa il bersaglio di una folla ormai lontana dai giorni del consenso, dello stupore e della meraviglia.
Prima che sia Pasqua ci sono gli insulti, gli sputi, la violenza verbale e quella fisica, la cattiveria e l'ignoranza di chi semplicemente assiste e non muove un dito per difenderti.
Tutto il dolore e la fatica che ci portiamo dentro non possono essere estranei a quel Dio che si è fatto uomo e che ha vissuto sino in fondo le infinite sfumature della sofferenza degli uomini.
E la Parola in più che stiamo cercando è ai piedi di quella croce che devasta il cuore di una madre, ma non rinuncia a dare senso all'ultimo respiro che diventa, ancora una volta, il dono di una vita.



Dare al nemico 
martedì, 26 marzo, 2024, 07:49


Nel racconto che metti in scena è l'altro il colpevole. È lui che ha tradito e ha disatteso quelle che erano le tue aspettative.
È lui il traditore! L'uomo che ti ha illuso e si è dimostrato debole e in balia degli eventi. Se davvero fosse stato chi diceva di essere non avrebbe potuto fare quella fine e si sarebbe difeso con le unghie e con i denti.
Nel racconto che continui a portare avanti con la logica del potere e del soldo, il Cristo non si sarebbe arreso e gli angeli del cielo lo avrebbero sottratto alla morte dell'infame.
Pensi sia stato giusto capitalizzare a dovere chi ti ha ingannato promettendoti una libertà che adesso appare prigioniera di una croce.
Ti sei liberato di lui, lo hai consegnato al nemico e cerchi una giustificazione che renda tollerabile il tuo gesto.
La realtà è ben più pesante: nel momento in cui tradisci, sei tu quello che si consegna al nemico.
Quella fredda moneta in cambio dei sogni a cui non hai creduto sino in fondo è un bagaglio pesante, faticoso e insopportabile.
Ritornare sui tuoi passi e chiedere umilmente perdono; alzare il capo e cogliere l'amicizia che non viene meno in quell'uomo appeso a quel segno di salvezza e di riconciliazione.
Non è tutto perduto: ti sei dato al nemico, ma Lui ha dato la vita per riscattarti e riconsegnarti a te stesso e a una speranza che non viene meno.


Non alzerà la voce 
lunedì, 25 marzo, 2024, 07:44


Il tasto del volume è sempre oltre la soglia di una qualsiasi ragione, le voci si mescolano e si confondono, risultano distorte fastidose e snervanti. Le prime ore del mattino sono ancora silenziose, ma tra non molto il mondo tornerà a urlare sino a tarda sera e talvolta, anche di notte, il regno degli uomini continua la liturgia degli schiamazzi e delle grida che mettono a tacere il silenzio.
Vogliamo comunicare sempre anche quando non abbiamo nulla da dire. Il messaggio che abita le parole degli altri ha sempre il sentore di qualcosa di ostile e va coperto e superato a ogni costo. L'insulto e l'offesa non risultano mai sufficienti. Se c'è la possibilità di usare le parole come arma da taglio, le affiliamo per incidere meglio e di più con una certa soddisfazione nell'aprire e nell'allargare la trama di una ferita.
Diventa improbabile riuscire ad ascoltare chi non alza la voce, chi è più interessato al contenuto che desidera esprimere e non entra in conflitto con la nostra guerra dei volumi in distorsione.
Il diritto e la giustizia non prevalgono in forza del wattaggio dei nostri amplificatori, ma alzando la soglia della nostra attenzione in quel luogo silenzioso che chiamiamo coscienza.

Insieme 
sabato, 23 marzo, 2024, 07:46


La profezia a volte non è sufficiente. Quando il sogno insegue un domani che tarda ad arrivare devi conservare una speranza che vada oltre la barriera dei giorni che si consumano sulla terra.
Pensare che, comunque vada, le nostre sorti sono nelle mani di Dio e il punto finale della storia non sia distruzione e morte, ma vita che va oltre ogni nostra capacità di immaginare un lieto epilogo.
L'attesa di quel giorno non deve nutrirsi di fatalismo e indifferenza di fronte agli eventi che dobbiamo comunque affrontare, ma del coraggio e della generosità di chi non rinuncia a operare anche quando tutto sembra essere perduto.
I popoli diventeranno un solo popolo e non sarà una scelta politica a realizzare quell'unità profonda che può trasformare ogni straniero in fratello, ma il dono di un Dio che raduna i propri figli e la comprensione piena di un sacrificio che rende possibile quel mistero che chiamiamo comunione.
Contemplare già oggi l'Eucaristia è apprendere l'arte di essere realmente insieme e superare quel male che divide ogni cosa e persona in realtà contrapposte e inconciliabili.

V senza vendetta 
venerdì, 22 marzo, 2024, 07:54


Il torto subito è sempre a nostro carico e l'inestinguibile debito ha il volto del nemico del giorno. L'amministratore di condominio che riteniamo corrotto o un vicino di casa troppo rumoroso, un insegnante che ha preso di mira nostro figlio o un datore di lavoro che non riconosce i nostri meriti, un politico prepotente o un immigrato invadente... c'è sempre l'incarnazione di un desiderio di rivalsa che si agita nella mente.
Si augurano malattie senza misura, si esulta per la morte di qualcuno o ci si accontenta di un tracollo finanziario o almeno della distruzione dell'immagine pubblica di chi riteniamo particolarmente ostile.
La vendetta non è mai sufficiente, alza la posta inesorabilmente e la chimera della personale soddisfazione, dura il tempo di un gelato divorato voracemente e subito dopo, c'è un nuovo bersaglio che appare all'orizzonte.
La moderazione dei canali d'informazione, della rappresentanza politica e degli stessi capi di stato, spesso, sembra quella di chi conduce il tifo nella curva di uno stadio.
L'insulto non ha più alcuna regola e il desiderio di provare a guarire è nettamente inferiore rispetto al bisogno di procurare nuove ferite.
La vendetta che talvolta i profeti attribuiscono anche a Dio è il semplice restauro di un ordine, è il ritorno a compiere opere nel segno della giustizia e non esclude la variabile del perdono.
Tempi duri per chi desidera una V che sappia di vittoria e non di vendetta.



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