domenica, 31 dicembre, 2023, 08:11
Oggi la liturgia della parola ci ricorda l'esperienza di Abramo sia nella prima che nella seconda lettura. Si potrà ancora parlare di un patriarca della fede o qualcuno proverà un certo fastidio?
È politicamente corretto chiamare in causa un uomo con tutta quella discendenza?
In una Bibbia riscritta dall'intelligenza artificiale ci sarà ancora spazio per lui?
Lo so che può far sorridere, ma qualcuno non nasconde il proprio desiderio di un colpo di spugna per cancellare definitivamente tutto ciò che turba la presunta modernità.
Se avessi messo due S. Giuseppe nel presepe ne avrebbe parlato anche il telegiornale e forse avrei trovato come ripagare il debito dei tetti.
Scusate, ma non è proprio nelle mie corde e penso di dover continuare a parlare di Abramo e la Sacra Famiglia per me resta quella di sempre.
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sabato, 30 dicembre, 2023, 07:35
È Natale anche per Anna con i suoi 84 anni di digiuni e preghiere al tempio...
Cosa prova un profeta quando il suo annuncio si compie davanti ai suoi occhi? Quando non è più tempo di osservare il futuro perché è ormai presente?
È un Natale che si può toccare e abbracciare, ma è soprattutto un Natale da raccontare e da testimoniare con i gesti e le parole che rispondono a chi si sta ancora chiedendo, perché quel bambino sia così importante.
Anna arriva puntuale e la sua lampada è rimasta accesa attendendo quel momento che finalmente si realizza pienamente davanti ai suoi occhi.
Non è mai troppo tardi per capire il senso del proprio viaggio e per arricchirlo di quella Parola che rende comprensibile un'intera storia.
venerdì, 29 dicembre, 2023, 07:33
"Ora lascia o Signore che il tuo servo vada in pace..."
Sono quasi 40 anni che concludo la mia giornata in compagnia del vecchio Simeone.
L'ultimo atto della liturgia delle ore è ancora attesa della luce del Natale e mentre il giorno è ormai interamente compiuto, la fede proclama l'attesa della luce anche quando tutto è buio.
E più ti avvicini a Simeone, più le tue rughe, le tue macchie sulla pelle, i capelli caduti e tutto ciò che comporta l'atto d'invecchiare acquisisce un senso più profondo.
Non sarà gioia di aver potuto prendere in braccio il proprio salvatore, ma l'intuizione di una Parola che hai cercato di raccogliere, di un Verbo che ti ha preso per mano e di una luce che i tuoi occhi non riescono a contenere per intero.
Il Natale diventa più vero, la nostalgia per chi ti ha pronunciato più forte e quanto accade nel mondo almeno per qualche istante smette di generare ansia e paura.
"I miei occhi hanno visto la tua Salvezza..."
giovedì, 28 dicembre, 2023, 07:07
Dalla striscia di Gaza alla Nigeria passando per l'Ucraina e facendo tappa nello Yemen prosegue indisturbato il tour di Erode e ci sono tante di quelle tappe mai raccontate che ne attestano la presenza un po' ovunque.
Trafficante d'armi o soldato semplice, banchiere o capo di stato, Erode non ha problemi a indossare la maschera di un mestiere qualunque.
Il gioco è facile se trovi spettatori paganti pronti a difendere i bambini di una parte e a ritenere giusto eliminare i figli dei "cattivi" di turno.
Chiedere pace con le bombe in mano, affidarsi all'intelligenza delle armi e spegnere il fuoco di un qualunque pensiero non allineato con una delle tante fazioni in campo e dimenticare l'orrore di un mondo che si redime includendo solo chi vuole.
Non sono tanto gli Erode in circolazione a preoccuparmi, ma quel riflesso nello specchio che senza un minimo di coscienza gli batte anche le mani.
mercoledì, 27 dicembre, 2023, 07:16
Diario natalizio 3
Le luci dell'ottava di Natale ci regalano la festa di S. Giovanni apostolo ed evangelista. Il discepolo che Gesù amava, quello che il giorno della Risurrezione corre e arriva al sepolcro prima di Pietro, ma lo attende e lascia che sia lui il primo a entrare...
Giovanni ci regala una delle pagine più belle del Natale con il suo prologo al Vangelo, con le sue lettere che volano alto e ci suggeriscono la necessità di contemplare ancora quel Verbo che diventa per tutti noi Via, Verità e Vita.
Viviamo giorni in cui corriamo il rischio di consumare qualsiasi immagine col nostro sguardo e immortaliamo di tutto senza concederci il dono di provare a entrare un po' di più in quella realtà che occuperà spazio nella memoria di uno smartphone, ma non lascerà traccia negli archivi della coscienza.
Contemplare è lo sforzo e la fatica di entrare nel vivo di ciò che stiamo osservando, è perdersi e ritrovarsi in un orizzonte che non è più costretto ai confini del proprio io.
E quel Verbo che abbiamo celebrato merita un altro interesse e non si può smarrire perché stiamo già pensando al primo dell'anno.
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