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Nulla è perduto sino a quando non ti stanchi di cercare e conservi nel cuore la volontà di ritrovare.
La distanza non è così proibitiva come potrebbe sembrare; un passo dopo l’altro e quel tratto di strada si può colmare.
L’ansia e l’eccessiva preoccupazione ci rendono meno lucidi e talvolta possono portarci fuori strada, ma la fede ci restituisce il giusto percorso e l’energia per non smettere di camminare.
Nulla è perduto quando una famiglia recupera il senso di una Parola che permette di superare ogni difficoltà e di recuperare la gioia di accogliere, comunicare e condividere.
Giuseppe e Maria ritrovano Gesù al terzo giorno e certamente in quel momento faticano a capire quel segno che risulterà comprensibile solo dopo la Risurrezione.
Nulla è perduto e anche la vita non più visibile su questa terra è semplicemente andata altrove.
La familiarità con Gesù cresce sia nei momenti in cui ne avvertiamo la presenza sia quando lo sentiamo distante e accettiamo la fatica di doverlo ritrovare.
Nulla è perduto per una famiglia che accetta i momenti d’incomprensione e vive il proprio viaggio sapendo bene che c’è tempo per approfondire, per capire e per mettere insieme quei punti che aiutano a decifrare il senso di un itinerario che riconduce al Verbo che pronuncia da sempre la verità della nostra storia.
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