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A volte mi chiedo dove sia finito quell’uomo ricco raccontato da tutti e tre i Vangeli Sinottici.
Sarà ritornato sui suoi passi?
Avrà raggiunto il distacco necessario dalle ricchezze per rispondere all’appello di Gesù?
Spero che prima o poi ci abbia ripensato, ma posso immaginare quanto sia difficile abbandonare gli agi, le comodità e le sicurezze per rispondere allo sguardo di un amore che non riesci a comprendere e a cui fai fatica a credere.
Hai tutte le carte in regola e pensi che sia più che sufficiente per seguire il Maestro. Puoi vantare la tua educazione religiosa, l’osservanza dei comandamenti e dei precetti che hai appreso; probabilmente quando chiedi che cosa ti manca per avere la vita eterna, ti aspetti la richiesta di una donazione, di una firma su un assegno o di un semplice dettaglio che puoi regolare senza troppi pensieri. L’idea che ti sia chiesto di prendere le distanze dalla tua ricchezza e di essere libero di donare la tua vita non ti sfiora neanche un po’.
Te ne vai triste e non reggi lo sguardo di chi ti ama, pensi che non sarai mai in grado di fare quel passo e chiudi il discorso scegliendo di andartene.
Se confidi solo nelle tue risorse o nelle capacità umane il fallimento è dietro l’angolo. Con un po’ di umiltà potresti riconoscere il tuo limite ed esprimere quella fede che rende possibile una scelta che solo Dio può realizzare.
L’amore di Dio è una domanda che a volte può togliere il fiato, perché sappiamo benissimo di non essere in grado di rispondere completamente a quella richiesta.
Riconoscere il limite, non interrompere bruscamente il dialogo e chiedere la forza e la volontà di crescere è già un primo passo per iniziare a credere in una felicità possibile.
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