Volete andarvene anche voi? |
Si chiude il lungo discorso di Gesù sul Pane di Vita e Giovanni sceglie di non tacere le molte defezioni tra quanti lo seguivano. Non c’è alcuna ossessione per i numeri e il consenso non sembra essere così importante; Gesù chiede anche ai dodici se hanno ancora intenzione di seguirlo.
Credere è un dono, ma anche una scelta che chiama in causa la nostra volontà. Di fronte al Pane di Vita non c’è posto per l’indifferenza, per il relativismo o per quell’essere tiepidi che simula la fede e rinuncia a viverla sino in fondo.
Questa Parola è dura e alleggerirla o adattarla agli usi e costumi che cambiano è un tradimento di quanto ci è stato affidato. Un cristianesimo liquido e pronto a indossare qualunque abito per frequentare i salotti importanti e i contesti che piacciono ai potenti di questo mondo, sta mettendo in saldo di fine stagione quel Vangelo che chiede invece fedeltà e rispetto da parte di chi ha il compito di custodirlo e proteggerlo.
Quella domanda, quel “Volete andarvene anche voi?” è rivolta a tutti noi e non può essere evitata o rimandata a tempi migliori. È una domanda per questo tempo, per questo presente che cerca di anestetizzare in ogni modo la forza del Vangelo o di renderlo equivalente a qualunque altra ricerca filosofica o religiosa.
Se Dio è visibile realmente ogni volta che celebriamo l’Eucaristia non può essere una scelta che è lasciata alla sensibilità del singolo credente e direi che bisogna ritrovare il coraggio di dirlo in modo chiaro e inequivocabile.
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