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Non sono venuto al mondo per meriti particolari e sono ben consapevole che la vita ricevuta è un dono. Un regalo prezioso che viene dal cielo con la collaborazione di questa terra e chiede ai miei giorni di abbracciare la logica della gratuità e della riconoscenza.
Il primo comandamento è una moneta con due facce e da un lato si muove verso l’alto pronunciando un grazie per Chi ha dato un senso al mio respiro e dall’altro, cammina su un prato che devo imparare a condividere.
Non può esistere un amore credibile per Dio che rifiuti la logica dell’incarnazione e ho una certa diffidenza nei confronti di una filantropia che ha come unico riferimento il volto riflesso da uno specchio.
Se ti spendi quotidianamente per gli altri senza il sostegno di Qualcuno che ti aiuti a motivare i tuoi sforzi, il rischio di cedere alla tentazione di capitalizzare i tuoi sforzi è dietro l’angolo.
Se vuoi affermare l’amore per Dio passeggiando tra le nuvole e ignorando la presenza del tuo prossimo, ti ritrovi a pregare il Padre nostro come se fossi un figlio unico.
Le parole, i gesti e i miracoli di Gesù rivelano il volto di un Dio che si prende cura dei propri figli e considera in modo particolare quelli che abitualmente restano esclusi e vivono ai margini della dignità.
Restituire una preghiera o un pezzo di pane non sono mai gesti in contraddizione, ma l’unica realtà possibile di chi sa di non poter amare Dio ignorando il suo prossimo.
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