|
Una vita da due soldi, ma siamo ancora qui a raccontarne l’esempio. Due millenni di storia non hanno messo a tacere la verità di quel dono.
Si dimenticano nell’arco di poche stagioni le passeggiate che ostentano la ricchezza, i numeri impressi negli estratti conto, la vanità delle posizioni di privilegio e gli inchini ricevuti per piaggeria o per timore di una qualunque ritorsione.
Una vita da due soldi e senza alcun pelo che ne infici in alcun modo la carità. Nessuno sconto alla generosità, nessun calcolo e la semplicità di un cuore che non intende altre ragioni.
Una vita da due soldi che solo il Figlio di Dio poteva considerare in tutto il suo valore e affidare a poche righe indelebili che non possono non toccare le anime che non si lasciano distrarre dai mille volti dell’apparenza e della finzione.
Una vita da due soldi che ci mette di fronte alla grettezza del nostro timore di lasciar andare qualcosa in più.
Penso alle tante persone che hanno ascoltato questo racconto e immagino che in più di un’occasione qualcuno abbia scelto di allargare il pugno e di non trattenere quello che è solo un di più.
Una vita da due soldi, un invito a sentirsi più leggeri nella libertà di un dono in cui davvero la mano sinistra non s’interroga su quello che sta facendo la destra.
Una vita da due soldi per educare il nostro sguardo a riconoscere l’essenziale e a trascurare sapientemente le narrazioni dell’apparenza.
|
|
|