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Per sentirsi isolati è sufficiente un lockdown qualunque, per vivere il mistero della solitudine senza esserne sopraffatti è necessaria una Presenza…
Amo le ore del primo mattino, il momento in cui resto in silenzio per qualche istante in chiesa prima dell’apertura, la consapevolezza della luce di un cero che mi avverte di non essere solo, il saluto che rivolgo con una genuflessione lenta o un semplice inchino.
Resto in ascolto e quel che provo è stupore e meraviglia per quel Dio che si lascia avvicinare e presto accetterà il limite delle mie mani, la fragilità dei miei pensieri e la debolezza del mio cuore a volte distratto: quando ripeterò le parole che Gesù ha pronunciato nell’ultima cena, Lui, sarà sempre presente.
Qualcuno potrebbe pensare che il tempo di questa quotidiana ripetizione di gesti e parole possa trasformare la celebrazione della Messa in abitudine; al contrario, oggi riesco a gustarla e a viverla con una profondità che 33 anni fa non conoscevo.
A volte devo vincere il fastidio che mi procura la banalizzazione di chi si limita a pensare a una tavolata tra amici e dimentica il senso di quel Sacrificio che continua a produrre effetti nel presente, ma ripeto a me stesso che ognuno ha i suoi tempi e Dio si rivela con calma, pazienza e nel rispetto profondo della libertà dei suoi figli.
Quante prime comunioni che attenderanno anni prima di conoscere una nuova occasione d’incontro con Dio e con i fratelli…
Quante distrazioni e preoccupazioni rapiscono il cuore e la mente dal mistero di quel dono che si rinnova…
Quante mani si allungano senza comprendere che in quel frammento di pane apparente, c’è la presenza reale e autentica di Gesù incredibilmente presente.
La liturgia odierna, soprattutto quella domenicale, ha bisogno di recuperare il valore dei silenzi, delle pause e di quegli attimi di sospensione che danno respiro alle parole, ai canti e ai gesti.
Celebrare il Corpus Domini è un buon punto di partenza per riconsiderare il valore di un’Eucaristia che sappia riscoprire il senso più profondo e vero di quella Presenza e possa trovare la quiete di chi sceglie di adorare, contemplare e vivere quel Dio che si è mai isolato dalla nostra storia.
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